Per chi non la conoscesse, la Alfa 33 Stradale nacque come versione commerciale di una vettura da corsa: la Alfa Tipo 33. Tale commercializzazione fu necessaria per permettere proprio alla Tipo 33 di entrare nelle competizioni, poiché tale era il regolamento. In totale furono prodotte solo diciotto 33, il che ha fatto di questa vettura una vera leggenda dell’automobilismo.
Il motore, costruito interamente in alluminio e magnesio, era un 2.0 di cilindrata, ma sprigionava una potenza di 270 cavalli e raggiungeva i cento chilometri orari da fermo in appena 5,6 secondi. Prestazioni pazzesche, per l’epoca.
Il design, inoltre, era unico: fu infatti la prima vettura non sportiva a montare le portiere che si aprivano verso l’alto. L’assetto molto basso consentiva alla vettura di avere una stabilità come poche auto, a quell’epoca, riuscivano ad avere. Le sue dirette concorrenti, la Ford GT40 e la Lamborghini Miura, erano decisamente una spanna sotto. Dal design della 33 Stradale sono poi nate altre celebri vetture del Biscione, come l’Alfa SZ, l’Alfa 8C e l’Alfa 4C.
Nonostante ne siano stati prodotti così pochi esemplari, la 33 Stradale figurava a listino nei concessionari e aveva un prezzo di quasi dieci milioni, quando per acquistare una Jaguar ne occorrevano 5 e per una Ferrari circa 6.
La domanda è: dove sono finiti i diciotto modelli esistenti di questo splendido gioiello dell’automobilismo?
Uno di essi è esposto nel museo dell’Alfa Romeo ad Arese, in provincia di Milano, altri sedici sono scomparsi dalla circolazione. L’ultimo modello era nelle mani di un collezionista americano che volle restaurarla diversi anni fa.
Attualmente, come ci dice il blog Auto1900, tale modello è stato messo all’asta lo scorso maggio, al Kensington Coys di Londra in attesa di un acquirente. Il prezzo di partenza? Non ci è dato saperlo: saranno i collezionisti a stabilirlo. Esatto: serve un’intera equipe di esperti per decidere il valore di una singola vettura. Questo fa capire quanto sia inestimabile il valore di questo pezzo di storia. Chissà se lo troveranno mai.