gambling

SI SPERA CHE L’ACCORDO SUL GIOCO NON RIMANGA UNA “ETERNA OPERA INCOMPIUTA”

Dopo aver provocato tensione nel mondo del gioco d’azzardo pubblico relativamente alla sigla dell’accordo sulla riforma del settore dei giochi, si spera che questo “benedetto” documento non rimanga -come a volte succede nel nostro italico Paese- una “eterna opera incompiuta” e che il decreto che andrà a concretizzarsi nel prossimo mese di ottobre ne rispecchi tutti i principi e tutti i criteri, ma che -sopratutto- si addivenga a questo realmente e tecnicamente al fine di rispettarne i dettami.

Ovviamente, è un pensiero che vuole essere positivo, poiché se succederà quanto previsto nella riforma sarà stato fatto da parte di tutti i “protagonisti” un grande passo in avanti per ottenere un gioco più trasparente, sostenibile, sicuro con “buona pace per tutti i cuori”. In particolare bisognerà colmare una piccola, ma evidente, lacuna per quanto riguarda i cosiddetti Ctd (Centro di trasmissione dati) e la responsabilità delle società di gestione del punto di raccolta delle scommesse e di trasmissione dati, ai sensi della legge del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti, così pure delle società in cui pervengono le somme della raccolta delle scommesse illegali e che fornisce la provvista per il pagamento delle vincite e della percentuale attribuita a chi ne organizza la raccolta.

Si prende spunto per questa riflessione dalle ultime indagini svolte, e concluse, sulle scommesse sportive e sui migliori casino che hanno evidenziato la stretta relazione tra le società sportive, i loro dirigenti e giocatori, i procuratori e la criminalità organizzata. Ma, in più, sarà indispensabile prevedere strumenti particolarmente adatti che possano essere adottati all’occorrenza per fare fronte a situazioni più rischiose che potrebbero verificarsi in ambito locale. Si deve pensare alla straordinaria diffusione del gioco minorile ed anche della dipendenza dall’abuso del gioco. Sono situazioni purtroppo emerse e dati di fatto e non certo previsioni o supposizioni: quindi, uno strumento che potrebbe essere valido potrebbe essere costituito da una sorta di Daspo in tema di giochi, ad esempio stabilendo per legge i presupposti e le modalità affinche l’Autorità di Pubblica Sicurezza ordini la chiusura di uno o più punti di gioco.

Dalle riflessioni che si continuano ad effettuare, anche a distanza di tempo dalla sottoscrizione dell’accordo sulla riforma del settore dei giochi, significa che certamente questo documento non è perfetto: ma in fondo nessuno pensava si potesse stilare “qualcosa” che andasse a risolvere tutte le problematiche che attanagliano questo settore, già di per sè stesso abbastanza complicato e che presta il fianco ad “ingressi anche spiacevoli” nel suo mondo.

Non si possono infatti, dimenticare gli avvisi “lanciati” dalla Commissione Antimafia quando avverte che l’infiltrazione criminale in questo settore continua a farsi sentire sempre più in modo esponenziale, arrivando addirittura ad inserirsi in società di gioco impensabili, assolutamente regolari ed ineccepibili. E non è tutto perché non bisogna scordare “l’attività dell’usura” che viaggia di pari passo con coloro che vengono coinvolti dal gioco problematico.

Come dice un vecchio adagio “uomo avvisato è mezzo salvato”: di conseguenza, è indispensabile seguire i suggerimenti della Commissione che ha così dettagliatamente esposto i pericoli che il mondo ludico racchiude: ormai non sono più attività criminali correlate al gioco, ma si trovano dentro il gioco stesso. E questo bisogna assolutamente fronteggiarlo.

Lascia un commento